Yoga per principianti
Partiamo da un principio fondamentale: lo yoga è una pratica estremamente spirituale, profonda. Tocca corde molto intime ed è un […]
Lo stretching è un elemento assolutamente fondamentale dell’allenamento e consiste principalmente nell’attività di allungamento muscolare. Lo si può fare prima dell’allenamento con movimenti dinamici ma la cosa più importante è farlo dopo l’allenamento. Ormai fuori discussione che la pratica dello stretching apporti innumerevoli benefici, come flessibilità, benessere articolare e muscolare, prevenzione degli infortuni.
Lo stretching infatti lavora principalmente sulla flessibilità, elemento tanto importante quanto il battito cardiaco e tutti gli altri componenti che fanno parte di un workout completo. La flessibilità permette di avere muscoli elastici, allungati, in modo tale da evitare infortuni. Allo stesso tempo l’allungamento ha dei benefici funzionali, rendendo la postura ottimale, così da eseguire gli esercizi al meglio e di conseguenza ottenere migliori risultati e in minor tempo.
Il lavoro dello stretching ha benefici anche rispetto alla mobilità che si differenzia rispetto alla flessibilità perché coinvolge soprattutto le articolazioni. Queste, anziché essere allungate, vengono lubrificate e quindi preparate ad accompagnare meglio la muscolatura nel movimento. Si parla di binomio muscoli/articolazioni perché in sostanza le articolazioni si muovono grazie alla forza dei muscoli e quindi risultano estremamente connessi. Con il passare del tempo peró, questi perdono elasticità ma, se si pratica lo stretching e l’allungamento muscolare regolarmente, si riesce di fatto a rallentare questo processo. Questo vale per tutte le parti del corpo: dai glutei, agli arti inferiori a quelli superiori. Infatti, la pratica dello stretching coinvolge vari distretti del nostro corpo, come muscoli, tendini e legamenti.
Inoltre, se si pratica lo stretching quando i muscoli sono ancora caldi e più reattivi, si riduce il fenomeno dell’accorciamento e aiuta a disperdere l’acido lattico che si accumula sotto sforzo.
Lo stretching va praticato a prescindere dal sesso, dall’età e dal tipo di workout che si pratica perché non tutti si ha la stessa flessibilità di partenza. La flessibilità segue principalmente quattro fattori:
Nonostante questi elementi, tutti possiamo allenare e di conseguenza migliorare la nostra flessibilità attraverso lo stretching. Questo richiede tempo e costanza, molta pazienza e anche un pò di metodo. Lo yoga è estremamente legato al mondo dello stretching e la sua pratica è una valida alternativa a sessioni di stretching classiche.
Lo stretching può variare rispetto alla tipologia di allenamento che si esegue, ma questo è vero solo in parte. Infatti per esempio, nella Federica Fitness Library, lo stretching segue una sequenza uguale a prescindere dalla sessione di allenamento prevista. Questo perché di base in tutti gli allenamenti della FFL si va ad allenare tutte le parti del corpo e i diversi distretti muscolari. Di base, anche per lo stretching vale la regola per cui è importante ascoltare il proprio corpo.
Vale a dire: se si avverte ad esempio una maggiore tensione nella parte bassa, meglio concentrarsi sull’allungamento degli arti inferiori come gambe e glutei e, allo stesso modo, se si sentono tensioni particolari all’addome o alle braccia, meglio allungare la pare superiore del corpo. Oltre a questo, e soprattutto in età adulta, gli esercizi di allungamento è bene che siano progressivi, vale a dire che non si deve sforzare troppo il muscolo nel desiderio di sfidarsi. Meglio rallentare un attimo, prendersi più tempo e poi con l’andare avanti nel tempo sentire che si è pronti a fare uno step ulteriore. Il rischio altrimenti è quello di strappi o comunque indolenzimenti inutili che, anziché supportare la flessibilità muscolare, frenano e rallentano la performance sportiva. Lo stretching è senza alcun dubbio suggerito tanto per gli sport di potenza quanto per quelli di resistenza.
Il tempo minimo da dedicare allo stretching è 5 minuti e l’ideale sarebbe riuscire a dedicargli qualche minuto in più, arrivando a 10-15 minuti. Ancor meglio se muscoli e articolazioni sono già caldi e perché questo sia possibile, sarebbe ottimale aver fatto un riscaldamento con ad esempio dell’attività aerobica blanda inizialmente come una leggera corsetta o qualche saltello sul posto. Lo stretching tra l’altro, non è funzionale solo all’allenamento a livello propedeutico o di allungamento post sforzo, ma è anche una buona abitudine di per sé, che potrebbe essere portata avanti come pratica prescindendo dallo sport. 10 minuti al giorno di stretching infatti, permettono comunque di allungare la muscolatura e aiutano a sciogliere particolari tensioni.
Non fare stretching, potrebbe comportare diverse conseguenze negative, eccone alcune:
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Di seguito, un esempio di sessione di stretching presenta nella Federica Fitness Library:
Risulta fondamentale, durante tutta l’esecuzione dell’intera sequenza, fare dei grandi respiri, inspirando dal naso ed espirando dalla bocca. Questo permetterà di ripristinare il regolare ritmo cardiaco e ossigenare la muscolatura.
Si tratta di un esempio di allungamenti adatto a tutti, a prescindere che la preparazione sia di livello base, intermedio o avanzato. Questo perché, come anticipato, starà a ciascuno capire quanto spingersi nel movimento e quando invece arrestarsi e tenere invece la posizione. All’interno del programma, i tempi dei movimenti sono cronometrati ma si tratta di esercizi che possono essere tenuti anche il tempo ritenuto necessario da ciascuno, senza alcuna controindicazione.
Valida alternativa alle classiche sequenze di stretching, è lo yoga. Ci sono molteplici tipologie di yoga differenti ma in generale, come disciplina, lo yoga richiede un grande esercizio di allungamento muscolare, su tutti i distretti indistintamente. Dunque, per chi lo dovesse preferire, è possibile sostituire i classici esercizi di allungamento con sessioni di yoga, ideali per ascoltare ancor più il respiro e imparare a gestirlo al meglio e in profondità.