Rimedi per la culotte de cheval: tutto quello che devi sapere
La “culotte de cheval” rappresenta uno degli inestetismi più temuti e combattuti dalle donne. Localizzati principalmente nelle zone delle cosce […]
Quando si parla di rimettersi in forma, sono molte le donne che citano le culotte de cheval, accumuli adiposi che si concentrano all’altezza dei fianchi e in adiacenza alle natiche. Vengono tipicamente chiamati “cuscinetti” proprio perché il grasso si concentra in una zona del corpo ben definita. I cuscinetti in genere sono caratterizzati anche da cellulite e ritenzione idrica e questo è facilmente visibile pizzicando le culotte tra le dita e ritrovandovi le tipiche cavità della buccia d’arancia. Dunque non si tratta solo di un accumulo di grasso ma, nella quasi totalità dei casi, anche di ritenzione idrica.
Le culotte de cheval tendono a formarsi soprattutto in quelle persone (tipicamente donne) che si caratterizzano per una struttura definita “a pera” quindi con una parte superiore del corpo più magra rispetto a quella inferiore. È la conformazione fisica dei fisici “a pera” che, per sua stessa natura, è meno sensibile alla lipolisi e risente del cattivo microcircolo e della cattiva ossigenazione dei tessuti.
Il fatto quindi che le culotte siano generate da un mix di fattori (grasso e ritenzione idrica) e che facciano parte di un vero e proprio fenotipo corporeo (quello “a pera), le rende piuttosto difficili da contrastare e risulta di fatto quasi impossibile eliminarle del tutto.
Questo in realtà non è in assoluto uno svantaggio perché le culotte de cheval possono in realtà valorizzare un corpo femminile che si caratterizza per le sue forme più naturali e morbide. Non vengono infatti categorizzate con un vero e proprio inestetismo perché in molti casi rendono il corpo armonico e tipicamente femminile. Senza alcun dubbio, un lavoro fisico mirato sulla parte inferiore del corpo e soprattutto sui glutei, può ad ogni modo valorizzarle, in particolare a livello di tonicità muscolare.
Per lavorare sulle culotte de cheval con lo sport e l’esercizio fisico, è assolutamente necessario concentrarsi quindi a livello di tonificazione. Come sempre, è però fondamentale un lavoro nel complesso, a 360 gradi. In questo, la Federica Fitness Library risulta pienamente in linea perché si mixano allenamenti di tipologie differenti. Diversificare infatti gli esercizi e la tipologia di allenamenti, è la cosa sicuramente più idonea ed efficace come rimedi per le culotte de cheval, anche per contrastare l’accumulo adiposo che si attesta su una zona ben specifica del corpo.
Risulterebbe infatti assolutamente inutile allenare solo ed esclusivamente quell’unica parte del corpo per ottenere il risultato sperato. In particolare, nella FFL abbiamo in primis l’allenamento PHA che, andando ad alternare il lavoro sulla parte superiore e quello sulla parte inferiore, incentiva la circolazione sanguigna e allo stesso tempo tonifica grazie soprattutto all’utilizzo degli attrezzi.
C’è poi l’allenamento HIIT che si focalizza soprattutto nello smaltimento dei grassi, lavorando sulla stimolazione metabolica anche a riposo, e l’attività del microcircolo, oltre alla tonificazione. Questa tipologia di allenamento per i glutei risulta anche particolarmente sostenibile per il sistema nervoso e l’organismo, concentrando lo sforzo in un arco temporale limitato, solitamente senza superare mai i 30 minuti. Una serie di esercizi per culotte de cheval che possiamo identificare come ideali per contrastarle e che troviamo nella Federica Fitness Library sono ad esempio:
Come si può facilmente intuire la tipologia di esercizi per limare le culotte de cheval è la tonificazione. Per ottenere un risultato ottimale possiamo possiamo affiancare agli esercizi a corpo piccoli pesi e bande elastiche, ma attenzione: l’intensità delle bande ed il carico dei pesi devono essere scelti con cura, infatti è sbagliato credere che solo caricando in maniera importante e raggiungendo un’altissima intensità nella tensione muscolare si possano raggiungere dei risultati. Come sempre, è bene lavorare rispetto alla propria condizione muscolare di partenza e in maniera funzionale rispetto all’obiettivo personale, che chiaramente differisce da persona a persona e non è lo stesso per tutti.
Oltre a questo, scegliere carichi corretti e bande elastiche dalla giusta intensità, permette non solo di ottenere benefici realmente duraturi nel tempo ed di allenarsi in maniera progressiva, ma aiuta anche a limitare il rischio di infortuni e strappi dovuti ad uno sforzo eccessivo, spesso seguiti da interruzioni anche di lungo periodo. In genere, a meno che non si abbia la possibilità di chiedere ad un trainer, il modo più corretto per identificare il carico più adatto da utilizzare è trovarlo svolgendo gli esercizi dell’allenamento in modo tale da arrivare tirati alle ultime ripetizioni e durando fatica ma riuscendo comunque a portarli a termine.
Da alternare a queste tipologie di allenamenti complementari, possono risultare sempre utili tutte le tipiche attività di aerobica, che aiutano a bruciare e a stimolare il microcircolo. Tra queste troviamo la corsa (meglio se a velocità alternate), la camminata, la cyclette o bicicletta e il nuoto. Si tratta infatti di attività a basso impatto che possono aiutare tanto nella fase di attacco che di recupero.
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Oltre all’esercizio fisico, è ovviamente fondamentale seguire una dieta equilibrata e mantenere un’idratazione ottimale, proprio perché come abbiamo visto, le culotte de cheval traggono origine anche da disturbi di tipo vascolare e di ritenzione. Tutte le buone abitudini valide per contrastare la cellulite e la ritenzione idrica, valgono senza esclusione di colpi anche per la ridefinizione delle culotte de cheval. Oltre a questo, bisogna considerare che ci sono altri fattori che possono ulteriormente incrementare l’accumulo adiposo a livello di culotte de cheval, come ad esempio il fumo, una posizione tipicamente sedentaria e l’assunzione di contraccettivi per via orale.
Oltre a questi, è bene fare attenzione ad esempio alle calzature che si indossano nel quotidiano e agli indumenti utilizzati. Indossare infatti scarpe con i tacchi alti per molte ore del giorno o vestire abiti particolarmente aderenti e stretti nella zona dei glutei e delle gambe (cosce, ginocchia, caviglie), non aiuta la circolazione e il drenaggio. Questo non significa che è il momento di svuotare metà dell’armadio ma che se ci sono periodi in cui già sentiamo un affaticamento a livello vascolare, è bene fare attenzione anche a questi dettagli che possono fare, seppur solo in parte, la differenza. Non dimentichiamo che la misura, la costanza e la forza di volontà rimangono gli ingredienti principali di questo cocktail di buone abitudini.