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Camminare in gravidanza

di Federica Constantini

salute

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Il periodo della gravidanza è sicuramente un periodo speciale nella vita di una donna e spesso si parte proprio dalle domande più banali, nella paura di sbagliare. Ad esempio: è giusto camminare in gravidanza? Quanto camminare in gravidanza? Proprio perché un atto assolutamente naturale e fa parte della fisiologia umana, camminare in gravidanza è assolutamente consigliato, come spiega il Dottor Sergio Messini, specialista in Ginecologia ed Ostetricia ed in Patologia della Riproduzione Umana, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Centro di Salute e Benessere Donna di Bolzano.

Sommario

L’importanza di camminare in gravidanza

“Partiamo da un principio generale, da tenere sempre a mente: la gravidanza è un evento normale nella vita di una donna, seppur particolare, per le situazioni metaboliche, che si collegano allo sviluppo di una nuova vita nel contesto del corpo femminile. Pertanto, come tutte le condizioni fisiologiche normali, deve essere accompagnata da una vita in regolare movimento. Il movimento, infatti, è sempre fondamentale: l’essere umano è strutturato per camminare, correre, muoversi. Oggigiorno lo si fa troppo poco, molto di meno rispetto a quanto sarebbe necessario per natura e a quanto hanno fatto i nostri antenati. Tantissime patologie dipendono infatti dalla sedentarietà, mentre un’alimentazione moderata e un consistente e regolare movimento sarebbero sufficienti a ridurrebbe notevolmente tante patologie, specialmente quelle che insorgono tipicamente nella seconda metà della vita. A maggior ragione, quindi, in un periodo come quello della gravidanza, camminare risulta fondamentale ed è assolutamente raccomandabile. Bisogna fare solo attenzione nel farlo senza esagerare, per cui è bene camminare, per esempio, in condizioni ambientali ideali, cioè non con eccessivo freddo o eccessivo caldo, evitando un eccessivo grado di salita e/o di discesa, con delle calzature adeguate. Consiglio sempre di scegliere le scarpe con cura, confortevoli e con cui ci si senta a proprio agio nel movimento e nel caso, pensare anche a dei plantari aggiuntivi, approntati su misura dal podologo, soprattutto nel caso di difetti della postura o della struttura della pianta del piede”.

Come e quanto camminare in gravidanza

Un altro aspetto ideale è il fatto che la camminata non prevede una particolare preparazione atletica e questo, sommato al fatto, che non prevede movimenti bruschi o potenzialmente traumatici, limita notevolmente il rischio di farsi male. La camminata può essere fatta ovunque, senza attrezzatura particolare e in momenti diversi nell’arco della giornata. “L’ideale sono 5-10 Km al giorno ad un ritmo sostenuto, ovviamente calibrato all’epoca gestazionale, in relazione al peso dell’utero gravido e all’accentuazione della lordosi lombare. Camminare va sempre quindi fatto a braccia libere, cosa che permette di bilanciare la postura con l’oscillazione compensatoria ritmica delle braccia. Più si va avanti con la gravidanza, maggiore importanza ha la calzatura, che permette di dare maggiore stabilità alla pianta del piede e alla caviglia e pertanto procedere senza incorrere in rischi di storture o distrazioni articolari o legamentose. La deambulazione deve essere assolutamente accompagnata da una buona idratazione quindi risulta fondamentale bere sufficientemente, per compensare la traspirazione che si accentua nella camminata. Il tipo di bevanda da utilizzare, varia a seconda delle situazioni: in una condizione di fisiologia completa della gravidanza, saranno da privilegiare delle acque medio-minerali, vale a dire le normali acque da bibita, con un residuo fisso 180 gradi fra 100 mg e 1 gr.  Le acque propriamente minerali (cioè con un contenuto di sali misurato come residuo fisso a 180 gradi superiore ad un grammo) non sono necessariamente indicate, a meno che non ci sia una fase di particolare sudorazione, come ad esempio durante un periodo estivo con temperature particolarmente elevate. Qualora ci fossero altre condizioni particolari, come cistite o anomalie delle urine o presenza di batteri nelle urine, allora è meglio far riferimento ad acque oligominerali (con un residuo fisso a 180 gradi più basso di 100 mg per litro). Queste infatti, hanno un’azione quasi terapeutica, per il lavaggio alle vie urinarie, grazie al loro effetto diuretico” spiega Messini.

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Federica Constantini in tenuta sportiva rosa mentre si allena con una banda elastica.

I vantaggi della camminata

Sono molti i vantaggi del camminare in gravidanza: si rafforza il cuore, si lavora sulla tonificazione dei muscoli, si bruciano calorie mantenendo il corpo in un buono stato di forma generale. Si riduce, inoltre, il rischio di parto pretermine e si prevengono situazioni come il diabete gestazionale e la pre-eclampsia. Si rinforza la schiena affaticata dalla lordosi gravidica e si combatte la stitichezza tipica della gravidanza. Camminando si contrasta anche l’aumento di peso, cosa che in gravidanza non riguarda solo un aspetto estetico legato alla silhouette. Con un’eccessiva sedentarietà, l’organismo infatti, potrebbe subirne conseguenze a livello muscolo-scheletrico, cardiovascolare e respiratorio, apparati già messi particolarmente sotto pressione dall’incremento delle prestazioni richieste nel periodo della gravidanza. Anche a livello psicologico, camminare in gravidanza ha il notevole vantaggio di essere percepito come un vero e proprio svago, un momento di relax in cui distrarsi e riposare la mente. Si esce di casa, si spezza la routine quotidiana e si limita il rischio di affossarsi seduti sul divano, presi da una stanchezza particolarmente accentuata. Non dimentichiamo gli sbalzi ormonali, che possono creare dei momenti di tristezza, cattivo umore, temporaneo sconforto: senza dubbio il fatto di uscire per passeggiare all’aria aperta rappresenta un diversivo utile, oltreché gradevole. Come per tutti gli altri periodi della vita e per le attività sportive in generale, camminare in gravidanza non deve essere oggetto di confronto e quindi è controproducente fare paragoni con altre future mamme, su quanto camminare in gravidanza. Il principio secondo cui è fondamentale ascoltare il proprio corpo è sempre valido, più che mai in un periodo particolare come quello della gravidanza. Sicuramente, va considerato il periodo gestazionale che si sta attraversando perché questo ha un impatto ben diverso sulle attività e le buone abitudini da implementare.

Il primo trimestre, talora, va affrontato con una certa tranquillità specialmente in caso di accentuati sintomi di nausea gravidica e/o di sonnolenza. Il secondo trimestre è, invece, quello senza dubbio più “energico”, per cui ben venga spendere energie buone in attività, come quella di una camminata all’aria aperta. Il terzo trimestre va approcciato con cautela, ma senza vivere con l’ansia che il movimento possa causare qualcosa di negativo. La giusta misura, come sempre, rimane uno dei metri di misura più importanti da considerare.

Qualcosa sull'autore

Ciao! Sono
Federica Constantini

Ho fondato la FFL per permettere a tutti di intraprendere un percorso per stare bene. Ex atleta della nazionale di pattinaggio artistico e Fitness Coach, da sempre sportiva, per me lo sport è un atto d’amore verso noi stessi!

Federica Constantini sorridente in abbigliamento sportivo verde acqua.

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